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Nota introduttiva

 

Sono davvero lieto di poter finalmente pubblicare le trascrizioni di questi atti di matrimonio dai registri comunali che vanno dal "1809 al 1950. Finalmente perché ci sono voluti circa tre anni per completare il lavoro. Un lavoro che ha richiesto tanto impegno, ma anche tanta ostinazione, soprattutto quando si è trattato di decifrare calligrafie di non sempre facile comprensione. A tal proposito è doveroso avvertire gli interessati che, proprio per le difficoltà di lettura, potrebbe essersi verificato qualche errore di trascrizione. E’ un lavoro, questo, che mai avrei potuto completare senza l’aiuto decisivo di due persone che non mi hanno mai lasciato solo in questa iniziativa, dal primo all’ultimo minuto: Caterina Circelli e Rossana Santoro. A entrambe mi permetto di dire cento volte grazie a nome personale e, mi sia consentito, a nome di tutti i cittadini che, ne sono certo, ci saranno grati per ciò che siamo riusciti a fare perché, in fondo, ognuno di noi discende da qualcuno ed è legittimamente curioso di conoscere qualcosa in più sui propri antenati. Del resto, conoscere la propria famiglia significa imparare a conoscere meglio se stessi. Del periodo considerato mancano alcuni registri, quelli relativi agli anni "1811-"1812-"1813-"1814-"1831-"1832-"1833 e "1834, mentre, pur essendo disponibile quello del "1820, esso non contiene alcun atto. La speranza è quella di recuperare questi registri mancanti attraverso il lavoro di sistemazione dell’archivio storico comunale in itinere. Antonio Di Donato

 

Cenni storici sullo stato civile

 

Lo stato civile fu istituito con decreto del 29 ottobre "1808 di Gioacchino Murat, noto come Gioacchino Napoleone, in esecuzione delle disposizioni contenute nel Codice Napoleonico in vigore in Francia dal 21 marzo "1804. Ogni Comune doveva essere dotato di tre differenti registri: uno per le nascite, uno per i matrimoni ed uno per gli atti di morte. Ciascun registro doveva essere compilato in doppia copia: una da inviare al Tribunale della Provincia alla fine di ogni anno ed un’altra da conservare negli archivi comunali. Dal "1809, dunque, i certificati di nascita, di morte o di matrimonio vengono estratti esclusivamente da questi registri, mentre, per gli anni precedenti fanno ancora fede i registri parrocchiali. Dopo il decreto del "1808 i parroci erano tenuti alla compilazione dei registri parrocchiali di battesimo, matrimonio e morte, anche se il matrimonio religioso non poteva essere celebrato se non a seguito del matrimonio civile. Inoltre, gli stessi parroci non potevano somministrare il battesimo e la benedizione nuziale senza la presentazione del certificato dello stato civile. Dopo la Restaurazione ed il ritorno dei Borbone, con il re Ferdinando I, nel maggio "1815 fu ordinato che l’ufficiale dello stato civile prendesse nota del battesimo e della benedizione nuziale dietro presentazione di certificati che i parroci erano tenuti ad inviare ai Comuni. Le funzioni di ufficiale dello stato civile che celebrava il matrimonio erano di regola svolte dal sindaco. In assenza di quest’ultimo tali funzioni venivano svolte dal secondo eletto, dal decurione anziano o, più tardi, dall’assessore formalmente delegato. In proposito è opportuno chiarire che in passato i decurioni erano i componenti del Consiglio Comunale, chiamato, appunto, “Decurionato”. I decurioni (tre per ogni mille abitanti), cioè i consiglieri comunali, erano nominati dall’Intendente con approvazione del Re. Il Consiglio dei decurioni proponeva ogni tre anni una terna di candidati tra i quali, sempre l’Intendente, di concerto con il Re, sceglieva il Sindaco che, oltre a essere il capo dell’Amministrazione Comunale, era anche ufficiale di governo. Fra gli organi dell’amministrazione, oltre al sindaco e ai decurioni, erano compresi anche due “eletti” fra i capifamiglia del Comune. Uno degli “eletti” era esclusivamente incaricato della polizia municipale e rurale; l’altro assisteva il sindaco e suppliva nelle occasioni le veci del medesimo o del suo collega incaricato della polizia.

 

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